martedì 8 settembre 2009

FENOMENOLOGIA DI MIKE BONGIORNO


Si è spento nella notte tra il 7 e l' 8 settembre, a Montecarlo, il popolare presentatore italo americano Micheal Nicholas Salvatore Bongiorno.


Mike, come amava farsi chiamare dal suo pubblico, nasceva a New York nel 1924, nipote di emigranti. Trasferitosi in Italia giovanissimo, si era impegnato quasi immediatamente nella Resistenza. In qualità di staffetta faceva la spola, con i suoi messaggi clandestini, tra Torino e Milano. Tratto in arresto dalla Gestapo, venne imprigionato a S. Vittore (dove conobbe Indro Montanelli) e successivamente trasferito presso vari campi nazisti a Bolzano, a Mauthausen in Austria ed a Spithal, in Germania.


Sulla vicenda della sua liberazione non si è mai fatta completamente luce. Venne scambiato, per intercessione della Croce Rossa, con alcuni soldati tedeschi detenuti dagli americani. Una procedura anomala se si considera che quel tipo di passaggio di prigionieri solitamente si realizzava per categorie si soggetti molto particolari, come i malati gravi ed i mutilati.


Nel 1953 faceva ritorno in Italia cominciando la sua esperienza di presentatore radio-televisivo con Arrivi e Partenze (prima trasmissione "ufficiale" della RAI). I successivi programmi d'intrattenimento, come Lascia o Raddoppia, e Rischiatutto, sono riportati nei manuali di scienze della comunicazione come fenomeni socio culturali di indubbio valore. Gli anni Ottanta, con l'avvento della tv commerciale, furono un terreno di conquista per trasmissioni come Superflash,Pentatlon e Telemike,per citarne alcune, che sancirono la definitiva consacrazione televisiva del quiz a premi.


Politicamente vicino al Presidente del Consiglio Berlusconi, dal quale era stato un epigone della prima ora, Mike aveva recentemente sofferto per il mancato rinnovo del suo contratto a Mediaset.


Altro motivo di rammarico, in una carriera costellata di successi, è probabilmente stata la mancata nomina alla carica di "senatore a vita", della quale l'attuale premier sostiene di esserne stato il più importante testiomonial.


Di Mike Bongiorno, come spesso avviene in questi casi, si stanno spendendo molte parole. La maggior parte delle quali, dato il carattere luttuoso della circostanza, sono di compianto e di elogio.


Tuttavia le emozioni, ognuno di noi lo ricava dall'esperienza, raramente ci consentono di esprimere, a caldo, delle valutazioni realistiche.


Cosa rendeva Mike così popolare? Forse furono le sue gaffe? La qualità e l'innovazione della sua televisione? Oppure fu semplicemente la sua ultradecennale carriera, che lo rendeva, attraverso differenti generazioni, un personaggio familiare?


Una possibile risposta la diede, molti anni fa, Umberto Eco.


Nel 1961 il noto semiologo e saggista pubblicò un articolo dal titolo "FENOMENOLOGIA DI MIKE" (dal DIARIO MINIMO, ECO, Ed, Bompiani, 1991) che così sintetizzò la carriera del presentatore:


'' Il caso piu' vistoso di riduzione del ''superman'' all' ''everyman'' lo abbiamo in Italia nella figura di Mike Bongiorno e nella storia della sua fortuna. Idolatrato da milioni di persone, quest'uomo deve il suo successo al fatto che in ogni atto e in ogni parola del personaggio cui da' vita davanti alle telecamere traspare una mediocrita' assoluta unita(questa e' l'unica virtu' che egli possiede in grado eccedente) ad un fascino immediato e spontaneo spiegabile col fatto che in lui non si avverte nessuna costruzione o finzione scenica''.


Quale fosse la natura del rapporto tra il presentatore ed il proprio pubblico, Umberto Eco se lo spiegava dunque così:


" (...)Mike Bongiorno convince dunque il pubblico, con un esempio vivente e trionfante, del valore della mediocrita'. Non provoca complessi di inferiorita' pur offrendosi come idolo, e il pubblico lo ripaga, grato, amandolo. Egli rappresenta un ideale che nessuno deve sforzarsi di raggiungere perche' chiunque si trova gia' al suo livello. Nessuna religione e' mai stata cosi' indulgente coi suoi fedeli. In lui si annulla la tensione tra essere e dover essere. Egli dice ai suoi adoratori: voi siete Dio, restate immoti".


Mi viene in mente che, se non fosse esistito Emilio Fede, la direzione del TG4 non gliela avrebbe tolta nessuno...

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