mercoledì 30 settembre 2009

INFORMAZIONE IMBAVAGLIATA: ARRIVANO I "FATTI"


MENTANA chiede. La GABANELLI risponde.


Cos'è la libertà di informazione?

Il pluralismo nella comunicazione è materiale da esame universitario o esiste davvero?

Conosciamo indicatori empirici che sottendano i concetti, di impalpabile, eterea materia, come quelli esposti?

Mentana, nell'ultima puntata di Annozero chiedeva, ripetutamente, ai singoli giornalisti , di farsi avanti. E denunciare i FATTI concreti .

Ebbene ieri MILENA GABANELLI in una lettera al corriere della sera ha, nel suo modo pacato e puntuale, risposto presente.

Ricordando che spesso

"facciamo grandi battaglie di principio e ignoriamo gli aspetti «pratici»" la presentatrice di REPORT ripercorre le ultime settimane, durante le quali si è fatta largo la possibilità di lasciare il programma senza copertura legale.

"Nell’incertezza sul come sarebbe andata a finire ho cercato un’assicurazione che coprisse le spese legali e l’eventuale danno in caso di soccombenza dovuta a fatti non dolosi. Intanto sul mercato italiano, di fatto, nessun operatore stipula polizze del genere, mentre su quello internazionale questa prassi è più diffusa."

fatte le dovute verifiche, due compagnie assicurative, una americana e l'altra inglese

"si sono dichiarate disponibili ad assicurare l’eventuale danno, MA NON LE SPESE LEGALI. Sembra assurdo, ma il danno è un rischio che si può correre, mentre le spese legali in Italia sono una certezza: le cause possono durare fino a 10 anni e chiunque, impunemente, ti può trascinare in tribunale a prescindere dalla reale esistenza del fatto diffamatorio.



Quattro anni fa mi sono stati chiesti 130 milioni di euro di risarcimento per un fatto inesistente, e la sentenza è ancora di là da venire. Se alle mie spalle invece della Rai ci fosse stata un’emittente più piccola avrebbe dovuto dichiarare lo stato di crisi. Visto che ad oggi le cause pendenti sulla mia testa sono una trentina, è facile capire che alla fine una pressione del genere può essere ben più potente di quella dei politici, e diventare fisicamente insostenibile" .

Sostanzialmente chiunque può bloccare, intentando cause su basi inconsistenti se non addirittura mistificanti, la realizzazione di una trasmissione scomoda.


RICORDATE IL CASO DI RIOT?

IL PROGRAMMA di SABINA GUZZANTI venne prima sospeso poi cancellato dopo appena una puntata, anche e soprattutto a causa di una querela per diffamazione sporta da FEDELE CONFALONIERI.

La trasmissione, da contratto articolata in sei puntate, dopo la prima del 23 novembre 2003, NON ANDO' più in onda.

E la diffamazione?

a tal proposito la PROCURA DI MILANO ha disposto, su richiesta del procuratore aggiunto TURONE, l'ARCHIVIAZIONE del procedimento.
Nella deposizione si legge:

Quelle battute sulla legge Gasparri «scritta da qualcuno molto vicino a Confalonieri», su «Retequattro abusiva», o sul ministro Gasparri («Tutte le volte che si critica la sua legge risponde l’ufficio stampa di Mediaset anziché il suo»), per la Procura di Milano «trovano un riscontro  nei contenuti delle due sentenze della Corte Costituzionale e nella memoria dell’Antitrust», nonché in «fatti, avvenimenti e circostanze» non soltanto «socialmente rilevanti» ma anche «obiettivamente veri nei loro elementi essenziali»

Questo è un FATTO, caro MENTANA.

Quello denunciato dalla GABANNELLI è un altro FATTO.

Verrebbe da dire, con un pò di vergogna, che sono soprattutto FATTI NOSTRI.....

GUINEA. UN MASSACRO.

CONAKRY. E' di ieri la notizia.
Ancora non è stata messa in risalto. Presi come si era dalla querelle Annozero, dalle parole di Brunetta e dallo stadio Franco Sensi.
160 morti ed oltre 1250 feriti. In un sol giorno. In poche ore.
Lo stadio questa volta non è quello che ha tenuto col fiato sospeso e trasognante i tifosi romanisti.
Non è uno stadio all'inglese. Semmai ricorda quello Congolese di Kinshasa, all'epoca della dittatura militare di Mobutu.
In quel caso, sul finire degli anni sessanta, il sanguinario maresciallo-presidente fece fucilare 5 dei suoi ministri accusati di tradimento. Si trattò di una pubblica esecuzione, cui assistettero migliaia di persone.

Anche ieri, in GUINEA, migliaia di persone, accorse allo stadio per una manifestazione, hanno dovuto assistere e  purtroppo anche subire, la repressione militare.
La situazione in GUINEA è agghiacchiante.
Dal 23 dicembre 2008 una giunta militare, comandata da MOUSSA DADDIS CAMARA, ha preso il potere con un colpo di stato.
A seguito della morte di LANSANA CORE', l'anziano presidente namibiano, stando alla Costituzione della GUINEA, si sarebbe dovuto procedere ad supplenza presidenziale ad opera dell'Assemblea nazionale, con il compito di indire le elezioni entro 60 giorni.
Niente di tutto questo si è mai realizzato.
Au contraire CAMARA, in un discorso radiofonico, dichiarava dissolte le istituzioni repubblicane e sospesa la Costituzione.
Al suo posto un regime con un presidente scelto fra i militari  (CAMARA) e un primo ministro civile (il banchiere Kabiné Komara). Questa situazione fu dichiarata transitoria: il Consiglio Nazionale avrebbe cioè governato il paese fino alle nuove elezioni, in vista delle quali Camara escluse di candidarsi alla presidenza.

In questi giorni invece sembra che CAMARA abbia cambiato idea, e stia cullando il proposito di farsi eleggere nel ruolo che, con il colpo di stato a dicembre, si è già assegnato.
E qui comincia la tragedia.
Conclusasi ieri.
In poche ore.
Decine di migliaia di civili.
Una manifestazione non autorizzata, promossa dall'opposizione di SYDIA TOURE' (ieri arrestato) si è addensata nello stadio di CONAKRY, capitale della Guinea.
Chiedevano a CAMARA di NON CANDIDARSI.
Per una Guinea veramente Libera e Democratica
L'esercito li ha fronteggiati. Sparando ad altezza d'uomo.
UN MASSACRO.

martedì 22 settembre 2009

Voilà, monsieur l' Etat....Les jeux sont faites! Parola di avvocato...


LO STATO SONO IO. Diceva il sovrano assoluto.

Demodé. Oggi nessuno tra i nostri governanti si sognerebbe mai di affermare qualcosa del genere.
Il premier ci ha ripetutamente sorpresi con repentini, talvolta bruschi ripensamenti. Forse, qualora lo avesse affermato e poi smentito, lo avremmo anche dimenticato.
Panta rei, diceva Eraclito.... e, purtroppo, in un'accezione lasca e provvisoria, questa definizione l'abbiamo resa nostra, cristallizzandola. Cosicchè dal "Tutto scorre" l' abbiamo prosaicamente traslata ed italicamente arrangiata in "Tutto scivola"....
Sì, ammettiamolo, tutto ci scivola addosso.

In buona sostanza se, ma solo a livello esemplificativo, il Presidente Berlusconi avesse affermato "lo Stato sono Io", per poi smentito, lo avremmo accettato. Digerito. E dimenticato.

La curiosità però è un sentimento diffuso. Eterea, impalpabile sorpresa che ci coglie e ci fa riflettere. Soffermare. Incuriositi. Su quanto avviene.

Andiamo al fatto, dunque.

Se la Consulta dichiarera' illegittimo il lodo Alfano "ci sarebbero danni a funzioni elettive, che non potrebbero essere esercitate con l'impegno dovuto, quando non si arrivi addirittura alle dimissioni. In ogni caso con danni in gran parte irreparabili"...

parola di Ghedini?
No, nemmeno a pensarci.
Di Bondi allora. Lui sì, fedele nei secoli. Nemmeno.
Fede? No, neppure.

Chi lo sostiene è l'Avvocato GLAUCO NORI.

Carneade? Chi era costui? vien da chiedersi, vasi di coccio tra recipienti di ferro...
Beh, il sig. Nori altri non è se non L'AVVOCATO, quello con la lettera maiuscola...
L'AVVOCATO dello STATO.

Che, depositando la sua memoria alla  Corte Costituzionale,  in vista dell'udienza del 6 ottobre prossimo sul "LODO ALFANO", si lascia scappare una dichiarazione del genere.

Incalzata dal ricordo.

Appellandosi ad un avvenimento del passato, allorquando per le polemiche sullo scandalo LOCKHEED il Presidente LEONE rassegnò le dimissioni.

"Talvolta - si legge nella memoria dell' AVVOCATO NORI- la sola minaccia di un procedimento penale puo' costringere alle dimissioni prima che intervenga una sentenza e anche quando i sospetti diffusi presso la pubblica opinione si sono poi dimostrati infondati".

La vacuità dei ricordi...


Talmente labili da creare sovrapposizioni asimmetriche, paragoni azzardati, frutto della distonia mnemonica, si intende. Il cattivo gusto non c'entra. Tanto meno la cattiva interpretazione dei ruoli.
Perchè  intanto, L'Avvocato, fa il suo lavoro.

Per Monsieur L'Etat....

P.S. Il PASSAPAROLA FUNZIONA. Eccome.
E non ci rimane molto altro, del resto.
Dategli un'occhiata....



mercoledì 16 settembre 2009

PAESE CHE VAI, LOMBARD CHE TROVI....

CHI LO AVREBBE MAI SOSPETTATO.
TRONCHETTI PROVERA HA FATTO SCUOLA
Purtroppo, ancora una volta, sulla pelle dei propri lavoratori.
Purtroppo, una volta di più, sulla pelle dei lavoratori del settore telefonico.

Appena due giorni fa si registrava l'ennesimo tentativo di suicidio, stavolta tramite l'autosomministrazione di barbiturici, di una dipendente di Telecom France.

Per fortuna, per una volta, si è riusciti ad evitare il peggio.

E purtroppo, ancora e per sempre purtroppo, non si è riusciti ad impedirlo ad altri suoi 23 colleghi.

La triste realtà della compagnia telefonica d'oltralpe è vicenda nota.

I sindacati francesi da tempo denunciano il clima di "pressione" registrato dai dipendenti  a seguito della privatizzazione dell'azienda, nel 2004.
Tra il 2006 ed il 2008 il piano di ristrutturazione aziendale ha agevolato la pratica della "dimissione volontaria" per oltre 22 mila dipendenti.
Alcuni, probabilmente, non hanno retto il clima di tensione, si è portati a ritenere.
E' questa ad esempio l'opinione di Christophe Dejours, co-autore di uno studio sul suicidio nei posti di lavoro. Secondo lo psichiatra,  la sofferenza è legata alla riorganizzazione seguita alla privatizzazione dell’azienda, condotta «con grande brutalità».

Cosa può spiegare una realtà che, secondo il quotidiano Liberation, fa registrare, in azienda, un tasso di suicidi 5 volte superiore alla media nazionale?

E cosa sta accadendo se in Francia i suicidi sul lavoro, nell'ultimo decennio, si sono moltiplicati sino a raggiungere la soglia dei 400 casi all'anno?

Alcuni analisti tentano di rispondere al problema. La sofferenza è data dalla perdità di identità professionale, al demansionamento ed alla caduta dello spirito di solidarietà tra colleghi.

Ma c'è chi preferisce impostare un'analisi differente del fenomeno, traendo spunto dai manuali di medicina alla voce pandemia.

"L'urgenza prioritaria è di controllare il contagio" afferma  perentorio il presidente di France Telecom DIDIER LOMBARD, nuovamente ricevuto, nella giornata di ieri, dal ministro del lavoro Xavier Darcos.

Come se bastasse una tachipirina...

sabato 12 settembre 2009

SQUARCIATO IL VELO DI PAOLA: ERANO VUOTI TOSSICI A PERDERE.


CETRARO. MAR TIRRENO.

SMALTIMENTO IN MARE DI RIFIUTI TOSSICI.

Questa la pista che il procuratore della Repubblica di Paola, BRUNO GIORDANO, stava seguendo da tempo. Almeno da quando un collaboratore di giustizia, aveva confessato.

La 'ndrangheta non disdegnava la pratica d' inabissare grossi cargo, al largo delle coste calabresi, con a bordo cospicue quantità di rifiuti tossici. In particolare era stata indicata la località di Paola (CS) nelle cui profondità dormirebbe, sonni pericolosi, una grossa imbarcazione mercantile contenente 120 barili di rifuti radioattivi.

" Si tratta di un grosso successo per tutti, perchè si comincia a squarciare un velo"
dichiara soddisfatto il procuratore GIORDANO.

La conferma sembrerebbe esserci stata grazie a delle fotografie realizzate a circa 20 miglia dalla costa di CETRARO. Ad una profondità di circa 500 metri uno speciale robot di produzione francese, ha effettuato diverse riprese che confermerebbero, ancora d'obbligo i condizionali, l'ipotesi indiziaria.

L'inabissamento potrebbe essere avvenuto, verosimilmente, tra gli anni 60 e 70.

Il velo di Paola, dunque è stato squarciato....
Ora che è in brandelli, ancorchè macchiato d'uranio (o dio sa cosa), ci chiediamo: che ne faremo?

Non si escluda una fiction....

giovedì 10 settembre 2009

GABBATA LA GABANELLI ?


TEMPI DURI PER L'INFORMAZIONE.
LO SAPEVAMO.


Quello che paradossalmente ci colpiva era, in effetti, come ancora non si fosse provveduto a mettere a tacere un certo tipo di giornalismo. Indipendente, d'inchiesta, di denuncia sociale.


Ci ha pensato il dg della RAI MAURO MASI a porre rimedio: niente più copertura legale per Report.


"E' stata manifestata apertamente dalla Rai l’intenzione di toglierci l'assistenza legale - protesta Milena Gabanelli- e non capisco perchè, visto che finora non abbiamo perso una causa".


Il direttore di Rete Paolo Ruffini getta acqua sul fuoco, ragionando sulle motivazioni che sinora, cioè da quando era direttore generale Cappon, hanno permesso al programma di essere legalemente assistito:


“i free lance vendono le loro inchieste alla Rai. Ma poi vengono lavorate dalla redazione di Milena e quindi diventano a tutti gli effetti materiale Rai. Per questo fino ad ora la Rai ha sempre garantito un paracadute legale"


Verrebbe da chiedersi cui protest? A chi giova se dei free lance non avranno garantita l'assistenza legale? Indubbiamente agli stessi professionisti, verrebbe da rispondere. Certamente.

Ma un libero professionista, sapendo di dover mettere in preventivo, nel computo delle prorie spese di gestione, anche il costo di uno o più avvocati, non tenderà a vendere il proprio servizio (in questo caso un'inchiesta giornalistica) ad un più caro prezzo?


E dunque verrebbe meno anche la pregiudiziale economica. Se la RAI si vedrà costretta a pagare di più le performance rese dai propri collaboratori, avrà un esborso economico che solo in parte verrebbe ripianato dall'onere delle spese processuali.


Insomma venuta meno la pregiudiziale economica, sembra ancora valida la pista di un pregiudizio aprioristico, puro, senza aggettivazioni... contro l'informazione libera, indipendente e scomoda.


GOOD NEWS:


In appendice al Post, in omaggio alla Gabanelli, ricordiamo la buona notizia del giorno.


Da una petizione promossa da Marco di Lello, del PS, volta a fornire assistenza legale gratuita a Report, si è registrata, in poche ore, l'adesione di 30 avvocati.

martedì 8 settembre 2009

FENOMENOLOGIA DI MIKE BONGIORNO


Si è spento nella notte tra il 7 e l' 8 settembre, a Montecarlo, il popolare presentatore italo americano Micheal Nicholas Salvatore Bongiorno.


Mike, come amava farsi chiamare dal suo pubblico, nasceva a New York nel 1924, nipote di emigranti. Trasferitosi in Italia giovanissimo, si era impegnato quasi immediatamente nella Resistenza. In qualità di staffetta faceva la spola, con i suoi messaggi clandestini, tra Torino e Milano. Tratto in arresto dalla Gestapo, venne imprigionato a S. Vittore (dove conobbe Indro Montanelli) e successivamente trasferito presso vari campi nazisti a Bolzano, a Mauthausen in Austria ed a Spithal, in Germania.


Sulla vicenda della sua liberazione non si è mai fatta completamente luce. Venne scambiato, per intercessione della Croce Rossa, con alcuni soldati tedeschi detenuti dagli americani. Una procedura anomala se si considera che quel tipo di passaggio di prigionieri solitamente si realizzava per categorie si soggetti molto particolari, come i malati gravi ed i mutilati.


Nel 1953 faceva ritorno in Italia cominciando la sua esperienza di presentatore radio-televisivo con Arrivi e Partenze (prima trasmissione "ufficiale" della RAI). I successivi programmi d'intrattenimento, come Lascia o Raddoppia, e Rischiatutto, sono riportati nei manuali di scienze della comunicazione come fenomeni socio culturali di indubbio valore. Gli anni Ottanta, con l'avvento della tv commerciale, furono un terreno di conquista per trasmissioni come Superflash,Pentatlon e Telemike,per citarne alcune, che sancirono la definitiva consacrazione televisiva del quiz a premi.


Politicamente vicino al Presidente del Consiglio Berlusconi, dal quale era stato un epigone della prima ora, Mike aveva recentemente sofferto per il mancato rinnovo del suo contratto a Mediaset.


Altro motivo di rammarico, in una carriera costellata di successi, è probabilmente stata la mancata nomina alla carica di "senatore a vita", della quale l'attuale premier sostiene di esserne stato il più importante testiomonial.


Di Mike Bongiorno, come spesso avviene in questi casi, si stanno spendendo molte parole. La maggior parte delle quali, dato il carattere luttuoso della circostanza, sono di compianto e di elogio.


Tuttavia le emozioni, ognuno di noi lo ricava dall'esperienza, raramente ci consentono di esprimere, a caldo, delle valutazioni realistiche.


Cosa rendeva Mike così popolare? Forse furono le sue gaffe? La qualità e l'innovazione della sua televisione? Oppure fu semplicemente la sua ultradecennale carriera, che lo rendeva, attraverso differenti generazioni, un personaggio familiare?


Una possibile risposta la diede, molti anni fa, Umberto Eco.


Nel 1961 il noto semiologo e saggista pubblicò un articolo dal titolo "FENOMENOLOGIA DI MIKE" (dal DIARIO MINIMO, ECO, Ed, Bompiani, 1991) che così sintetizzò la carriera del presentatore:


'' Il caso piu' vistoso di riduzione del ''superman'' all' ''everyman'' lo abbiamo in Italia nella figura di Mike Bongiorno e nella storia della sua fortuna. Idolatrato da milioni di persone, quest'uomo deve il suo successo al fatto che in ogni atto e in ogni parola del personaggio cui da' vita davanti alle telecamere traspare una mediocrita' assoluta unita(questa e' l'unica virtu' che egli possiede in grado eccedente) ad un fascino immediato e spontaneo spiegabile col fatto che in lui non si avverte nessuna costruzione o finzione scenica''.


Quale fosse la natura del rapporto tra il presentatore ed il proprio pubblico, Umberto Eco se lo spiegava dunque così:


" (...)Mike Bongiorno convince dunque il pubblico, con un esempio vivente e trionfante, del valore della mediocrita'. Non provoca complessi di inferiorita' pur offrendosi come idolo, e il pubblico lo ripaga, grato, amandolo. Egli rappresenta un ideale che nessuno deve sforzarsi di raggiungere perche' chiunque si trova gia' al suo livello. Nessuna religione e' mai stata cosi' indulgente coi suoi fedeli. In lui si annulla la tensione tra essere e dover essere. Egli dice ai suoi adoratori: voi siete Dio, restate immoti".


Mi viene in mente che, se non fosse esistito Emilio Fede, la direzione del TG4 non gliela avrebbe tolta nessuno...

Loretta Goggi vs Mike Bongiorno - polemica a Miss Italia 2007

Fenomenologia di MiKe Bongiorno 1/2